La cultura della comunicazione in cui siamo immersi, tende a esaltare le differenze perché è più facile descrivere una realtà in "bianco e nero" anziché a toni di grigio (in tutti i telefilm il buono e il cattivo sono inconfondibili).
Inoltre, i messaggi che ci arrivano immediati e apparentemente semplici, ad esempio dagli spot pubblicitari, sono in realtà il prodotto finale di un lavoro di costruzione meticolosa e complessa.
Ciò che la nostra società della comunicazione e dei consumi fa credere invece, specie agli adolescenti, è che tutto sia "semplice" e "facile", e questo rischia di aumentare nell'adolescente la fragilità e lo smarrimento di fronte alle difficoltà della realtà.
La musica minimalista è caratterizzata dalla ripetizione ossessiva di piccoli frammenti melodici a cui si applicano, progressivamente, piccole variazioni che lentamente modificano il divenire del pezzo.
La caratteristica del lento variare della forma propria dello stile musicale minimalista, educa alla percezione delle piccole differenze, a porre l'attenzione sui piccoli particolari, sulle sfumature, capacità questa che si va lentamente perdendo.
Abbiamo quindi pensato di utilizzare uno stile musicale (la musica minimalista) apparentemente semplice, e degli strumenti tecnologici (computer, sequencer, strumenti M.I.D.I.) anch'essi nati per semplificare il lavoro, per affrontare seriamente, la difficoltà e la complessità di un lavoro creativo.
In un momento in cui gran parte della comunicazione avviene tramite linguaggi non verbali (media) e si teorizza di contaminazioni tra linguaggi vecchi e nuovi, l'idea di utilizzare, in un progetto complesso, gli strumenti teorici tradizionali presenti nelle discipline musicale e artistica, ci è sembrata una possibilità interessante di sperimentazione.
Il percorso che ha portato alla realizzazione dei pezzi, è partito dalla costruzione, da parte di ciascun alunno, di una serie di 16 note costruita sui sette suoni della scala diatonica, quindi, attraverso l'applicazione di procedimenti di variazione strutturale alla serie di base (permutazione, retrogrado), sono state realizzate tre varianti.
A questo punto ciascuno ha costruito il proprio progetto di forma musicale (partitura), utilizzando le quattro serie a disposizione e i timbri strumentali dello standard G.M. disponibili nel computer.
Questo procedimento costruttivo ha obbligato ciascuno a misurarsi con quella che è la prassi alla base di tutti i procedimenti creativi: la capacità di scegliere di volta in volta, una soluzione tra le molteplici offerte in una procedura compositiva.
Sono state selezionate quindi le partiture più efficaci che sono state realizzate al computer con un sequencer.
Con un lavoro di gruppo poi, a ciascuna struttura formale sono stati sostituiti i parametri musicali con parametri grafici, realizzando così una sequenza di immagini, le più disparate, concatenate tra loro dalla stessa struttura della partitura musicale e sincronizzata con il pezzo musicale.
Il risultato è una serie di piccoli pezzi audiovisivi "minimalisti", realizzati cioè con pochi elementi semplici, ma ognuno diverso dall'altro e ciascuno con una sua forza espressiva che deriva dalla solidità e dal rigore della complessa struttura che ciascuno ha realizzato.